iFasti sono due bassi, computer, due chitarre elettriche e una voce.
Nati nell’inverno 2008 dalle ceneri dei Seminole, storica band del DIY italiano, alle spalle hanno un passato personale di attivismo, protesta, associazionismo culturale e collettivi sociali.
iFasti sono parole scomode accompagnate da beat elettronici in un viaggio teatrale nei mali del mondo. Sono composizioni irriverenti dritte allo stomaco.
Nell’inverno 2009 pubblicano il loro primo EP “Lei si è alzata dal sordo mormorio”: alcune delle canzoni sonorizzano il video indipendente del regista Umberto Ponti, “Epidemia Chimica”.
Nello stesso anno sono tra i promotori della compilation autoprodotta “Un disco grezzo, un disco che ci impegna” che vede la partecipazione di quindici band torinesi unite dall’intento di prendere posizione su temi sociali tra cui l’uso di psicofarmaci sui bambini e la violenta discriminazione subita dagli immigrati.
Ad aprile 2010 realizzano “Ovatta” il loro primo LP: il disco è stato completamente arrangiato, registrato e mixato dalla band stessa.
A dicembre 2011 pubblicano “Morula“, EP ibrido composto da tre canzoni, quattro racconti e tante immagini: il disco è nato all’improvviso e registrato di getto, in una sola notte, durante alcuni live tra Emilia Romagna e Liguria.
Nel 2012 sono tra gli interpreti della colonna sonora virtuale del libro “La Faglia” di Massimo Miro (Maestrale Edizioni) e nello stesso anno si esibiscono in occasione della giornata mondiale dei musei in musica.
A settembre 2012 compongono la colonna sonora per “OFF. In viaggio nelle città fantasma del Nordovest“, opera letteraria di Marco Magnone (Espress Edizioni). Il libro è stato allegato a La Stampa e distribuito in tutte le librerie della penisola.
Dal vivo la band alterna concerti elettrici a performance di pura sperimentazione, sonorizzazioni di libri o pellicole e reading. In questi anni iFasti hanno condiviso il palco con Titor, I Treni All’Alba, Fine Before You Came, C.G.B., Lo Stato Sociale, Uochi Toki, Luci Della Centrale Elettrica, Kina, Karl Marx Was a Broker… e hanno preso parte a importanti appuntamenti come Era Spaziale Festival, NoFest!, Punk Monster Fest, If The Bomb Falls, Diy Yeah Fest…
L’album “Palestre”, prodotto da 211dB, è stato pubblicato il 28 marzo 2015 con distribuzione digitale a cura di I Dischi Del Minollo. Il disco raccoglie 10 canzoni: alcune già sentite,suonate,registrate e “consumate” nei tanti live per la penisola.
Tutte ri-arrangiate, trasformate, lavorate, rivoluzionate in collaborazione con Dario Colombo e 211dB. «Perchè? Fin’ora tutti i dischi de I Fasti sono usciti con mezzi tecnici “fatti in casa”. Avevamo voglia di costruire un disco con “mezzi proessionali”,coinvolgendo altri nella costruzione dello stesso. Alcune canzoni nate 6 anni fa,nel tempo si sono trasformate,evolute,cambiate.
«”Palestre” è un manifesto politico-sociale.» (Rockit)
«Quello che percepiamo soprattutto dall’ultimo album “Palestre” è che per loro la musica è davvero un veicolo.» (Rockgarage)
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I FIORI
Chi sono i Fiori?
I Fiori sono una rock band di Torino, formata da tre amici. Giuseppe Azzariti, già batterista di Titor, Luca Pisu, già bassista dei Fratelli di Soledad, e Sandro Serra, già chitarrista anch’esso di Titor.
Che genere suonano i Fiori?
Rock. Di estrazione postpunk. In italiano. A metà strada tra Minneapolis e Washington DC.
Quali sono le sonorità che influenzano le canzoni dei Fiori?
La chitarra è distorta, il basso è piuttosto in evidenza e la batteria è solida e sfacciata. Le canzoni si presentano in forma piuttosto tradizionale. Ci sono i ritornelli, le strofe, le introduzioni e le code. Non ci sono gli assoli.
Perché suonano i Fiori?
E’ prima di tutto un’esigenza viscerale. La passione per suonare, comporre e incidere ci attanaglia, e così la sfoghiamo. Ci interessa soffermarci su una comunicazione diretta, non troppo edulcorata dal pensiero di produrre denaro. Per questo ci lasciamo andare alle sonorità che ci aggradano di più, senza fare troppo i conti con il trand musicale del momento. Ci piace osservare l’evoluzione musicale odierna da dietro il vetro del postpunk di vecchia data, ci piace sentirci protetti dietro al modo in cui suoniamo e in cui pensiamo.
Perché il concerto dei Fiori dovrebbe essere bello?
Beh, perché ti piacciono i brani potrebbe essere un buon motivo. E poi, forse, potrebbe coinvolgerti l’attitudine schietta che i Fiori trasmettono dal palco. Il loro modo di esibirsi è spontaneo e intimo, la carica energetica tipica di un live Rock viene trasmessa attraverso gesti nudi e reali. Fare un concerto può diventare un momento in cui mostrare qualcosa di molto intimo e personale, e i Fiori provano a fare questo.
I Fiori hanno pubblicato un disco?
Si, si intitola “L’Eleganza”. Undici tracce, disponibile su tutte le piattaforme digitali, e in formato cd, a partire dal 6 Aprile 2019. Il disco è prodotto da FPM, Fiori Produzioni Musicali, in collaborazione con Scatti Vorticosi Records, un’etichetta DIY attiva dal 2003, e da Spazio 211, una realtà torinese che ci fa sentire a casa, il luogo dove ci piace esibirci, ma anche il luogo dove abbiamo registrato l’album con Dario Colombo.