
INTERPOL
+ LEVANTE
+ DARDUST
+ ANTHONY LASZLO
apertura porte: 19:00
inizio concerti: 20:00
fine concerti: 24:00
ticket: euro 15,00 (prevendita: www.ticketone.it)
abbonamento TODAYS (28/29/30 agosto): euro 35,00
(prevendita: www.ticketone.it)
INTERPOL
La band più importante del revival wave, dopo aver conquistato pubblico e critica con l’ultimo album “El Pintor” e dopo i successi degli NME Awards, Glastonbury e la grande data invernale sold out al Fabrique di Milano, è pronta ad ipnotizzare nuovamente l’Italia, per la prima volta in concerto a Torino al TODAYS!
«Remember why Interpol rule» – Vice
“Post punk atmosferico» – Rolling Stones
«A return to a sound that strikes hard and fast» – Consequence of Sound
«Il quinto album dei newyorchesi è un elegante ritorno alla forma» – NME
El Pintor è il quinto album della band newyorkese tornata completamente rinvigorita dopo quasi quattro anni dall’ultimo album. E’ stato registrato agli Electric Lady Studios and Atomic Sound a New York e tutti i 10 brani che lo compongono brani sono stati scritti e prodotti dalla band. Non solo, Paul Banks, voce della band dal 1998, ha diretto alcuni video musicali di pezzi tratti da questo ultimo album.
Nel disco sono presenti numerose collaborazioni prestigiose tra cui Brandon Curtis (The Secret Machines), Roger Joseph Manning, Jr. (Beck) e Rob Moose (Bon Iver).
Attivi dal 1998, gli Interpol sono la band che più di tutte ha incarnato la rinascita della new-wave e, soprattutto con i primi due dischi Turn Off The Bright Lights (2002) e Antics (2004) (idolatrati da Pitchfork ad NME, passando per Mojo ed Uncut), hanno stabilito i canoni per aggiornare quelle sonorità tipiche di fine anni ’70 ed inizio ’80 del rock alternativo che fecero la fortuna di The Cure, Echo And The Bunnymen e Joy Division.
Con il passare degli anni, gli Interpol, a loro volta, sono stati presi come band di riferimento della nuova ondata new-wave tra cui spiccano Editors, White Lies, The National, Two Door Cinema Club.
Dopo un terzo album di passaggio, Our Love To Admire (2007) ed il quarto ed omonimo album (2010) mixato con l’aiuto del mago Alan Moulder (Depeche Mode, Placebo, Nine Inch Nails, White Lies), quello che esce in “El Pintor” da Interpol è il migliore suono della band: rock oscuro, orchestrale, ipnotico, ricercato ma di presa diretta grazie all’apporto delle melodie vocali sempre limpide e schiette.
LEVANTE
Levante nasce a Caltagirone e cresce a Palagonia (Catania) in una famiglia affollata da menti creative. Soltanto nel 2013, dopo il trasferimento a Torino, arriva l’incontro con Davide Pavanello e la sua etichetta INRI, riesce a far sentire la propria voce a molti con un grido disperato e ironico che recita “Che vita di merda”. La canzone porta il titolo di “Alfonso” e si aggiudica un posto nell’olimpo dei tormentoni dell’estate 2013 occupando di diritto l’airplay radiofonico. Max Gazzè le chiede di aprire i concerti del “Sotto casa Tour”, Fiorello la invita alla sua Edicola e, dopo l’uscita del suo primo disco MANUALE DISTRUZIONE nel marzo 2014, l’Academy Medimex premia la sua opera prima come la migliore dell’anno. Segnalata speciale su iTunes come artista 2014, selezionata da Mtv tra I finalisti degli European Music Award di Glasgow, finalista al premio Tenco: il riscontro del pubblico e della critica è unanime nel riconoscere il suo talento. Durante il “Manuale Distruzione tour” partecipa al 1° Maggio romano e alterna le sue date con le aperture ai concerti di “Un amore così grande tour” dei Negramaro. Nell’autunno 2014, dopo una breve tournée nei club europei, entra a far parte della scuderia della Carosello Records, con la quale pubblica il nuovo album “Abbi Cura di te”, affidandone la produzione artistica alla stessa squadra di lavoro INRI che l’ha accompagnata sin dall’esordio: un nuovo percorso che viene convalidato dall’invito all’edizione 2015 del festival South by Southwest (SXSW) e dal primo tour americano con tappe a LA e NY. Dopo il ritorno al 1 Maggio romani, le ospitate su Rai 2 a “Che Fuori Tempo che fa” e il successo radiofonico del singolo “Ciao per sempre” parte a giugno con il nuovo tour, con una nuova band e la grinta di sempre.
DARDUST
DARDUST è il primo progetto italiano di musica strumentale capace di unire il mondo pianistico minimalista all’attuale immaginario elettronico di matrice nord europea. DARDUST è un ensemble ideato dal pianista e compositore Dario Faini che, partendo dalla scrittura di temi minimalisti, la impreziosisce con la tessitura di soundscape creati dal trio d’archi di Carmelo Emanuele Patti, Simone Sitta e Simone Giorgini e con l’animo più spregiudicatamente elettronico del producer e polistrumentista Vanni Casagrande. DARDUST è una missione che attraversa l’asse geografico/musicale Berlino Reykjavic Londra e da questi luoghi riparte per la stesura di una trilogia discografica che vedrà ogni capitolo dedicato alle tre città ispiratrici, iniziando proprio con Berlino con la registrazione del disco di debutto “7” negli studi Funkhaus , tutt’ora caratterizzati da una specifica atmosfera e connotazione temporale. DARDUST è un sound crossover dal mood “pop” che va da Ludovico Einaudi ai Sigur Ros passando per il nuovo minimalismo dei compositori nord europei Olafur Arnalds e Nils Frahm, il tutto contaminato con incursioni elettroniche ispirate alle suggestioni electro ambient di Jon Hopkins.
ANTHONY LASZLO
In queste poche righe non troverete la risposta alla domanda: “Chi sono gli Anthony Laszlo?”. Il problema è che in questi casi bisogna partire da verità assolute: gli Anthony Laszlo sul palco distillano rock e parole come se fosse ambrosia e tutti smettono di chiedersi inutilmente il perché. Cantautorato Rock, psichedelia, punk, follia e senso dello spettacolo raccolto a piene mani: le incessanti rullate di Laszlo ti decentrano lo stomaco mentre dalla voce di Anthony arrivano ovattati dei testi tanto densi quanto inaspettati. L’indefinibile irrequietezza del rock, pronipoti psichedelici di Tenco, mix genetici tra Celentano e Blonde Redhead, gli Anthony Laszlo sono come due rette parallele che stanche di camminarsi accanto all’infinito tra progetti solisti e mille collaborazioni collaterali ad un certo punto hanno deciso di scontrarsi giusto per vedere l’effetto che fa: caso vuole che tra i primi spettatori di questa collisione ci fosse proprio DADE dei Linea 77 che decide di portarli di peso in casa INRI. Sono usciti allo scoperto lo scorso gennaio regalandoci nove tracce nel loro album omonimo: poco più di mezz’ora di musica e il pretesto di mettere insieme in studio Alberto Bianco, Gionata Mirai del Teatro degli Orrori e Gabriele Ottino dei Niagara. il risultato finale è un disco che taglia la pelle e ti costringe a ballare, preparatevi ad essere le prossime vittime del loro rock.
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