|FRI, 24 Nov|
Cesare Basile

TOdays festival consiglia:

VENERDI’ 24 NOVEMBRE 2017

Cesare Basile

opening: Blindur

sPAZIO211
Via cigna 211, Torino
apertura porte ore 21:29
ticket 8 € + dp

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A quasi due anni di distanza dal precedente “Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più” che è valso una seconda Targa Tenco per il miglior disco dialettale del 2015, ecco tornare Cesare Basile con un nuovo album di storie e canzoni.

E’ un canto dell’anima buia e profonda quello di Cesare Basile.
Ancora una volta l’autore dà forma e sostanza a un pugno di canzoni che si materializzato immediatamente in altrettanti pugni nello stomaco di chi ascolta.
Ancora una volta la scelta ricade sul dialetto siciliano, che si fa lingua e suono, oscuro e vivo, arcaico e contemporaneo al tempo stesso.
E’ il suono del disco a marcare un fluire musicale totalmente inedito: è un mantra mediterraneo fatto di blues e di musica africana, di brani ipnotici spesso basati su uno solo accordo, di polifonie vocali e di controcanti femminili, di ossessive poliritmie percussive.
L’album esprime voglia di raccontare e di essere raccontato: come se le canzoni fossero pre- esistenti al momento in cui Cesare Basile è stato da loro trovato, nella sua veste di cantore dei “crocicchi” dell’anima scura e delle storie disperate in perenne ricerca del loro racconto.
Sono storie che parlano della volgarità del potere politico-economico che ci vorrebbe tutti schiavi e silenti a condurre una vita sana e regolare, senza responsabilità nelle scelte e con un mare di stronzate da consumare.
La vera vita da desiderare.
Quella per cui addirittura dovremmo ringraziare.
Il punto di vista umanista è in linea di continuità con il pensiero di Cesare Basile: si tratta di storie e di canzoni che raramente trovano chi le canti, e che narrano, da una diversa visuale, della proiezione amara che tutti noi siamo oggi costretti a subire nelle lacrime e nel sangue degli oppressi e dei vinti, sopraffatti dalla brutalità del potere costituito che sempre più montaggio del dolore e del castigo.Che ben paga i potenti.

Nota dell’autore:
“Non è invece in mio potere restare costantemente rivolto verso il mare e confrontare la sua libertà con la mia.
Verrà il tempo in cui dovrò volgermi verso la terra e affrontare gli organizzatori della mia oppressione.”

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